Whalesynth, il sintetizzatore di suoni di balene, meravigliosi cetacei in via di estinzione


Non tutto il turismo viene per giovare. È il caso del boom di visitatori registrato dall’Islanda, isola che, benché bellissima da sempre, solo negli ultimi anni è stata notata dal turismo di massa ed è entrata nelle grazie e nei cataloghi dei tour operator. Un boom, quello delle visite all’isola, che ha portato sì, una notevole boccata di ossigeno a un’economia altrimenti in affanno ma ne sta mettendo a rischio il fragilissimo ecosistema.

Ad alterare gli equilibri naturali dell’isola c’è, in primo luogo, la questione legata allo spazio e alla densità di popolazione: i residenti sull’isola sono circa 300 mila. I visitatori, solo nel 2016, sono stati 1,8 milioni e si prevede saranno 2,5 milioni nel 2017. Il quadruplo, quasi, dei 640 mila turisti che avevano visitato l’Islanda nel 2012, solo 5 anni fa. E soprattutto quasi il decuplo degli abitanti. Numeri enormi: è come se in Italia avessimo ogni anno 500 milioni di turisti. 

Di questa invasione pacifica (e redditizia) di cui ancora non si conoscono le possibili conseguenze sull’ecosistema uno degli effetti più evidenti è il consumo di carne di balena. Il desiderio dei turisti di provare la carne di balena ha fatto sì che negli anni, abbiano prolificato i ristoranti che propongono piatti a base di carne di balena e si sia arrivati al paradosso per cui siano molti di più i turisti che mangiano balena rispetto agli islandesi i che invece tendono a non metterla mai in tavola.

E la Balena è una specie protetta in quasi tutti i paesi del mondo perché è in via di estinzione e nonostante sia stata attuata una legge che ne vieta la caccia, alcuni paesi come il Giappone, la Norvegia e l’Islanda continuano a cacciarla.

Un altro grande pericolo per la Balena è rappresentato dalle reti dei pescatori, dove spesso rimangono impigliati i piccoli esemplari che, non potendo raggiungere la superficie per respirare, muoiono inutilmente. Anche i sonar delle navi e i test sismici per la ricerca di giacimenti di petrolio mettono in pericolo questi cetacei, causando soventi spiaggiamenti.

Sperando che non si estinguano e che rimanga l’ultimo mezzo per ricordarle, potete ascoltare (e volendo aggiungere ai vostri brani) i suoni che ascoltano ed emettono questi meravigliosi cetacei, grazie a un gadget davvero molto carino.

Si chiama WhaleSynth, un sintetizzatore di suoni di balene. Andando sul sito http://www.whalesynth.com potrete scegliere tra tre specie di balena, Megattera, Capodoglio e Balena e facendo scorrere il cursore tra le onde potrete regolare la profondità abbassando il suono andando in profondità o rendenedolo più acuto in superficie. Potrete poi aggiungere clic e echi sonar, e potete anche scegliere il numero di balene nel coro. Attenzione: questo potrebbe occupare molti molti minuti del vostro tempo, ma potrebbe anche calmare i nervi sfilacciati.
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Yes - Don't Kill the Whale: contenuto nell'album Tormato del 1978, il brano, scritto a quattro mani da Jon Anderson e Chris Squire, rispettivamente cantante e bassista degli Yes, è una spirituale invocazione contro la caccia alla balena.

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