Kurt Cobain, l'antisessista


E’ da poco passata la ricorrenza del 50° compleanno di Cobain, nato il 20 febbraio 1967, leader dei Nirvana e uno degli eroi del movimento grunge. Ma non tutti sanno che il leader dei Nirvana era profondamente anti-sessista, anti razzista, contro il machismo e la violenza! La controversa Rape me, inizialmente mal interpretata, è una condanna dello stupro. La semi sconosciuta Sappy, che non finì in nessun album, è contro la violenza sulle donne: racconta i tentativi di una donna di soddisfare le esigenze del marito, per ritrovarsi umiliata nella gabbia di un matrimonio patriarcale: “he’ll keep you in a jar and you’ll think you’re happy now you’re in a laundry room”.

Nel 2002, otto anni dopo la morte del cantante, furono pubblicati i suoi diari, e tra quelle pagine c’era anche una lista scritta a mano da Kurt stesso, con una Top 50 dei Nirvana, la classifica dei suoi cinquanta dischi preferiti, molti dei quali erano di gruppi femminili.



Oltre a pietre miliari della musica alternativa come Raw Power degli Stooges, Daydream Nation dei Sonic Youth e The Man Who Sold the World di David Bowie, troviamo, infatti, Dry di PJ Harvey, Le Raincoats, le Slits, le Shonen Knife, e Philosofy of The Worls delle mitiche Shaggs.

The Raincoats - No Side To Fall In

I hear the music outside
And I am the music inside
No side to fall in

No fall to live until
My mind is still
My mind, my life
I don't mind today

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