La storia inquietante di Suor Sorriso. Parte 1: Dominque, la hit che la rende una star internazionale


Dalla notte dei tempi musica e chiesa sono legate ma è solo negli ultimi tempi che sembra si siano resi conto che la musica è il linguaggio dei giovini, pubblico con cui stanno avendo difficoltà a interagire e allora ecco nuove strategie di marketing per arrivare anche a loro. Suor Cristina appare sui nostri schermi nel 2014. L’anno prima gli appassionati di serie televisive fanno la terribile conoscenza di Suor Jude, una magnifica Jessica Lange vestita di tonaca e dubbi nella seconda serie di American Horror Story.

Insieme alle angoscianti vicende della serie, gli spettatori fanno anche la conoscenza di un motivetto, suonato fino alla nausea sul giradischi della sala comune del manicomio diretto da Suor Jude.


Si tratta di Dominique, una canzone che nel 1963 (la serie è ambientata l’anno successivo) ha ottenuto un inaspettato successo planetario – vende oltre un milione di copie e scalza Louie Louie dalla testa della classifica – dovuto al fatto che a cantarlo è una suora, tale Soeur Sourire, Suor Sorriso.

E se la storia di American Horror Story è tremenda e inquietante, quella di Suor Sorriso, sebbene meno truculenta, non è da meno.

Torniamo quindi a quel 1963. Si chiama Jeanne-Paule Marie Deckers, la nostra suora canterina. Ha preso i voti con il nome di Soeur Luc-Gabrielle e passa le proprie giornate in un convento domenicano a Waterloo, in Belgio, dove compone e canta della canzoni semplici, per intrattenere le ospiti del convento, sola voce e chitarra (da lei chiamata “Adele”). 
Ha una voce dolce e angelica e un giorno le viene l’idea di incidere un disco da donare alle consorelle. E quindi cosa fa la nostra? Ovviamente si paga uno studio di registrazione e registra Dominique e altre canzoni.

Qualcuno alla Philips ascolta il nastro e fiuta il business: l’idea di una canzoncina dal motivo così accattivante, scritta e cantata dalla voce cristallina di una suora sconosciuta è qualcosa che può vellicare al meglio i desideri degli acquirenti.

Gli accordi tra l’etichetta e la suora sono chiari: il disco uscirà sotto il nickname Soeur Sourire (Suor Sorriso) in Europa, sotto il più prosaico The Singing Nun negli Stati Uniti, in un continuo sdoppiamento di identità che, vedrete, è in un certo senso significativo. 
I proventi saranno devoluti all’ordine cui Soeur Sourire appartiene.

Quelli della Philips ci hanno visto giusto: il singolo (e anche il disco a 33 giri, che contiene altre canzoni) schizza in cima alle classifiche in America, in Australia e in molte nazioni europee, accendendo la curiosità sull’identità dell’anonima religiosa.

I patti tra la Deckers e la madre superiora sono chiari, ma le insistenze di Ed Sullivan furono tali che a Suor Sorriso viene concesso, con i buoni uffici del Vescovo che intercede, di comparire nel celebre Show, cantando in playback Dominique in collegamento dal convento in Belgio.

È boom: la MGM coglie l’attimo e produce un musical, The Singing Nun, con Debbie Reynolds nei panni della suora e una trama che ben si discosta dalla biografia della vera Soeur Luc-Gabrielle, puntando più sul giovanilista (la suora gira in vespa con la chitarra a tracolla) e sul sentimentale (c’è un’accennata storia d’amore impossibile).

Il film – in Italia tradotto come Dominique – è un successo e fissa in qualche modo iconicamente l’immagine della suora canterina, non a caso omaggiata sottilmente dalla suora de L’aereo più pazzo del mondo, quella che canta Respect agli afroamericani intossicati e che impresta alla hostess la chitarra che con un colpo stacca la flebo che tiene in vita la bambina malata che vorrebbe allietare.


Nel prossimo episodio...una vera rivelazione su questo brano!

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