Il silenzio nella parola


Con silenzio (Dal latino silentium, derivazione di silēre: "tacere, non far rumore") si intende la relativa o assoluta mancanza di suono o rumore; solitamente viene considerato silenzioso un ambiente che produca suono inferiore ai 20 decibel. In senso figurato, può indicare l'astensione dalla parola o dal dialogo. Ci sono silenzi d’imbarazzo, di frustrazione, di rancore e di ansia. Ma c’è anche un silenzio di approvazione e condivisione, un silenzio di promessa e accettazione.

Il silenzio non è “un vuoto” ed è necessario distinguere tra il mutismo e altri tipi di silenzio. Il mutismo è una vacuità di parole e indifferenza, e quello taciturno che è l’espressione del temperamento, di una tristezza o della malattia. E poi c’è il silenzio pieno e profondo per concentrazione, accoglienza, empatia o meditazione. Nel linguaggio parlato l’utilizzo del silenzio, nell’articolazione e organizzazione del discorso, è necessario per una serie di motivi. Prima di tutto fisiologico, poiché è necessario prendere fiato per respirare ed il “prendere fiato” è un flebile rumore che viene considerato silenzio; in secondo luogo se si vuole esprimere chiaramente i concetti bisogna seguire fedelmente le regole della logica grammaticale per la quale ogni frase di senso compiuto deve avere un inizio ed una fine e pertanto è compresa tra due micro-silenzi. Infine occorre dare l’opportunità a chi ascolta di assimilare il significato di ciò che gli viene trasmesso, dargli insomma un tempo per comprendere, e questo tempo è occupato da opportuni silenzi.

A cosa servono le virgole in un discorso scritto se non a suggerire all’oratore che lo sta leggendo di introdurre dei micro-silenzi al momento opportuno, per avvalorare ciò che sta enunciando? La presenza del silenzio assume allora una motivazione ben precisa: avvalorare i contenuti della comunicazione.

Pitagora nell’immaginario dialogo con Umberto Eco gli dice: «Ogni pianeta girando a velocità diversa intorno al fuoco centrale produce un suono della gamma musicale, e tutti insieme generano un concerto dolcissimo, un’armonia che canta perennemente nell’universo». Osserva Eco: «Che noi non sentiamo». Risponde Pitagora: «Certo perché il nostro orecchio vi è abituato fin dalla nascita. Non hai mai fatto caso, nell’incanto di certe notti, al rumore del silenzio?».

Fonte: Piero Quarta "Il silenzio in musica: l’importanza di ciò che non si percepisce" 

Savages - Shut Up

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