Il silenzio in musica
In musica ci sono molte analogie con il linguaggio parlato. Il silenzio, come assenza di suono, è considerato una componente della musica. Essendo naturalmente privo di tono, timbro e intensità, l'unica caratteristica che condivide con il suono, in un contesto musicale, è la durata. L’uomo, a imitazione di ciò che ascoltava dalla natura che lo circondava, inventò gli strumenti musicali. Creare suoni serviva all’inizio per comunicare a distanza qualsiasi tipo di informazione. Ciò era strettamente legato a problemi di sopravvivenza; solo in seguito il fatto di creare suoni venne posto al servizio del miglioramento della qualità della vita. Si determinarono quindi in un secondo tempo le condizioni per sviluppare anche l’aspetto “artistico” della gestione del mondo dei suoni.
La musica, come tutti i linguaggi, viene utilizzata quasi sempre per trasmettere informazioni, emozioni e interpretazioni personali. Affinché la trasmissione abbia buon esito è necessario che sia il “trasmittente” sia il “ricevente” conoscano e si basino sulle medesime regole e siano sulla stessa “lunghezza d’onda” sotto tutti i punti di vista. Il vantaggio sta nel fatto che la musica è un linguaggio universale, così come altre forme d’arte, e arriva subito, senza bisogno di traduzioni. I due linguaggi hanno comunque in comune un aspetto fondamentale: i significati di ciò che si comunica, e quindi l’utilizzo degli elementi costitutivi, suoni e silenzi organizzati in melodie in un caso e parole e silenzi organizzate in frasi nell’altro, sono strettamente correlati al trascorrere del tempo.
Fonte: Piero Quarta "Il silenzio in musica: l’importanza di ciò che non si percepisce"
Simon and Garfunkel - The Sound of Silence
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