Gli stravolgenti look dello swing


La settimana scorsa parlavamo di teatralità e musica e allora questa settimana vediamo un aspetto fondante della teatralità, ovvero il look! 
Perché l’abito fa il monaco, eccome. Essendo la musica un’arte performativa l’abito può rendere immediatamente riconoscibile una band, un personaggio, un genere musicale e, a volte, può persino contare di più della musica stessa.

Il primo periodo riconoscibile dal punto di vista del look è negli ’20, gli anni del charleston, un ballo, decisamente scatenato per l’epoca, di derivazione jazzistica diffusosi prima in America e poi in Europa. Sono gli anni dell'old jazz, delle donne con il caschetto e i cappellini a cloche, dei primi abiti corti, con la vita bassa e la gonna plissettata, delle grosse Ford dalle quali scendevano le ingioiellate signore che si recavano a ballare. 
Il charleston era solo il punto di partenza di un'evoluzione del ballo e degli abiti– o meglio, di una rivoluzione – che, nata dall'incontro con la musica afro-americana, avrebbe generato nell'arco di qualche decennio fenomeni quali il boogie woogie e il rock'n'roll

A cavallo tra gli anni ’30 e ’40, gli anni della seconda Guerra Mondiale, la musica diventa la fonte di speranza e il simbolo di libertà per tante persone. 

Negli Stati Uniti, lo swing si impone come stile musicale più popolare e le Big Band che andavano di moda fanno tour attraverso tutto il paese. Nel 1942 il primo vinile d’oro nella storia della musica viene concesso a Glenn Miller – uno dei più grandi leader di Big Band – per la sua canzone “Chattanooga Choo Choo”.
Altre stelle come Frank Sinatra, Nat King Cole, Ella Fitzgerald, Louis Armstrong, Doris Day o Les Brown riescono ad illuminare questo decennio scuro con la loro musica. A differenza del Jazz, lo swing si poteva ballare e la popolarità dei balli come il Lindy Hop, la più rappresentativa e scatenata delle danze Swing, il Boogie Woogie, o lo Swing Crash si sentono e vedono nei numerosi ballroom affollati dell’epoca.

Tuttavia in questo periodo la guerra e l’austerità sono avvertibili anche nel contesto della moda degli anni ‘40 dove viene favorita la funzionalità rispetto all’eleganza. Le stoffe per il vestiario vengono razionate a favore dell’abbigliamento militare. 

Cab Calloway

Ma è proprio ad opera del popolo dello swing, i latino americani e i neri che hanno avuto la possibilità di arrivare ad uno stato economico agiato, che arriva una nota di colore in questi tempi grigi. Nasce il vivace Zoot suit con le sue misure stravaganti: lunga giacca a spalle molto larghe e pantaloni a vita altissima, il tutto spesso accompagnato da un cappello borsalino coordinato con il colore dell’abito (occasionalmente decorato con un lungo piumaggio) e da scarpe in stile francese; altra peculiarità è la presenza di un orologio a taschino nella tasca laterale, penzolante dalla cintura fino al ginocchio. 
Nel ’43 arriva sugli schermi “Stormy Weather”, in cui Cab Calloway rende popolare questo stile che arriva presto anche in Europa.

Cab Calloway - Minnie the Moocher

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