Dalle canzoni di protesta alla nascita dell'hip hop


Per chiudere il percorso sulle canzoni di protesta, ritorniamo proprio ai diritti degli afroamericani. 

Gill Scott-Heron, i Last Poets ed altri artisti degli anni ’60, sono da considerare come antesignani dei rappers di oggi, per il modo di scandire i testi, per le loro tecniche vocali e per i messaggi sociali contenuti nella loro arte. 

L’influenza africana con la sua storia, la deportazione ed il colonialismo ebbero grande importanza sul nascere e crescere dell’hip hop, anche ed è in questa ottica che il rapper si inserisce come una figura simile alla figura del menestrello che canta le gesta dei re e degli eroi popolari; il periodo che va dal 1969 al 1979 appartiene al circuito della storia orale. 

Dj Kool Herc, padre dell'hip hop, non ha lasciato infatti nessuna testimonianza discografica del suo lavoro. Se la nascita della Universal Zulu Nation, fondata da Afrika Bambaataa nel 1974, offre al movimento nascente la prima “casa comune”, afrocentrica, pacifista e cosciente della propria identità, l’arrivo del rap sul mercato discografico segna, nel settembre 1979, l’atto ufficiale dell’hip hop, il primo riferimento sicuro di questa cultura. 

Nel giro di pochi anni l’hip hop esplode ma inizia anche a pagarne il prezzo; la violenza comincia a dilagare nei raduni, nei concerti e nella vita privata dei protagonisti e rappresentanti di tale cultura. 

Nell’ottobre del 1985 esce il film hip hop “Krush Groove”, dominando le classifiche degli incassi ma, proprio durante la proiezione della pellicola, un ragazzo perde la vita in una rissa. 

Il film Krush Groove

Tutto ciò dà il via ad una campagna denigratoria e di accusa nei confronti del rap, ed in questo periodo iniziano a venire stampati gli adesivi che campeggeranno sulle copertine dei dischi, recando la scritta :”Avviso ai genitori: questo disco contiene testi espliciti”. Anche l’utilizzo della musica altrui per realizzare le basi, comincia a generare scontento e pesanti reazioni da parte di chi ne detiene i diritti, e gli avvocati di James Brown e Bobby Byrd nel 1987 attaccano il duo Eric B & Rakim, colpevoli di aver utilizzato la loro musica per il loro brano di successo: “Paid In Full”.

Lo scontro si concluderà con la sconfitta dell’hip hop. Tutti gli autori delle basi di questo genere, da questo momento in poi si vedranno costretti a dover denunciare i titoli e a pagarne i diritti per l’utilizzo. La sconfitta non durerà però a lungo, ben presto infatti la grande quantità di dischi venduti permetterà tranquillamente non solo il pagamento di tutti i diritti e la remunerazione di qualsiasi ospite, ma comporterà anche una rivincita morale derivante dalla dimostrazione che grazie all’hip hop, vecchi cantanti caduti quasi nel dimenticatoio, riacquisteranno celebrità presso le nuove generazioni.

Eric B & Rakim - Paid In Full

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