La musica in India: le origini


Se abbiamo visto come è nato il cinema e le sue colonne sonore allora bisogna anche capire le origini della musica classica indiana, tracciate a partire dai più antichi libri di sacre scritture della tradizione indù, i Veda. Il Samaveda, uno dei quattro Veda, tratta a lungo di questo tema. 

Veda

I due sistemi principali della musica classica indiana sono la musica indostana del nord e nelle zone centrali e la musica carnatica dell'India meridionale. Entrambe sono basate sul concetto di raga, particolari strutture musicali, che seguono nell'esecuzione precise regole relativamente alle frasi melodiche consentite o vietate, e sono basati su un certo numero di scale musicali di base. La musica indostana ha assorbito maggiormente le influenze persiane mentre la musica carnatica vede un maggiore uso della voce ed è saldamente legata alla sfera religiosa.

La musica classica indiana è di tipo monofonico ed è quindi basata su di una singola linea melodica. Lo spettacolo di una composizione comincia con gli interpreti che escono in un ordine prestabilito: prima lo strumento solista, poi il cantante e quindi i musicisti ed i percussionisti. I musicisti cominciano l'accordatura dei loro strumenti e questo processo spesso si mescola impercettibilmente all'inizio della musica.

Alcuni degli strumenti musicali indiani usati nell'esecuzione della musica classica sono la vina (strumento antichissimo a corde pizzicate), il mridangam (percussione), la tabla (percussione), il pakhawaj (percussione), il kanjira (percussione), il tamburo, il flauto, il sarod e, ovviamente, il sitar.

Strumenti tipici indiani

Proseguiamo allora il nostro viaggio musicale con uno dei primi a portare la musica indiana in occidente: Ravi Shankar, musicista e compositore indiano, virtuoso del sitar, detto the Godfather of Sitar, che divenne noto al mondo per aver partecipato ai festival di Monterey (1967), Woodstock (1969), e al Concerto per il Bangladesh del 1971. Compositore, maestro e scrittore, fu membro onorario dell'American Academy of Arts and Letters. Ha ottenuto due Grammy. Fu George Harrison, con cui collaborò negli anni settanta, a dargli il nomignolo di Godfather, durante un'intervista ("Ravi Shankar is the Godfather of World Music"). 

Una curiosità: Shankar ebbe due figlie divenute famose: con la cantante Sue Jones ebbe Norah Jones, nata nel 1979 e mai riconosciuta, sebbene il test del DNA lo confermi; da un'altra relazione nacque Anoushka Shankar, di due anni più giovane di Norah Jones, cantante e musicista anche lei, che inoltre si occupa attivamente del Ravi Shankar Centre, in India.

Ascoltiamo allora Bangla Dhun dall’album registrato durante Il Concerto per il Bangladesh, uno dei primi concerti benefici in assoluto, precursore e ispirazione per il futuro Live Aid, organizzato proprio da George Harrison e Ravi Shankar con la partecipazione di tante celebrità come Bob Dylan ed Eric Clapton tenutosi nel 1971 al New York's Madison Square Garden.

Ravi Shankar - Bangla Dhun

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