La musica in India: la musica filmi e Bollywood
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«L’India - ha scritto Tiziano Terzani - assale, prende alla gola, allo stomaco. L’unica cosa che non permette è di restarle indifferente»
La musica e le canzoni sono da sempre una parte integrante della cultura popolare indiana: non esiste momento di aggregazione, ricorrenza e fase della vita dove non sia presente. Non deve stupire, quindi, l'importanza della musica e delle canzoni nel cinema indiano. Da sempre ne costituiscono un elemento caratteristico e irrinunciabile.
Con 1100 film prodotti ogni anno, l'India è il primo paese produttore di cinema, seguito da Nigeria e Usa. Ma non è tutto Bollywood: dal distretto di Mumbai (un tempo Bombay, da cui Bollywood) provengono "solo" 200 film all'anno. I centri di produzione più prolifici sono invece Chennai e Hyderabad.
La storia del cinema indiano nasce nel 1896 con l’invenzione del cinematografo s’iniziò a riprodurre per la popolazione una serie di filmati. Uno dei più noti è quello del famoso treno in corsa. La gente, non abituata a quel tipo di scena, scappò via dal cinema impaurita, credendo quasi che il treno potesse uscire dallo schermo per quanto l'immagine era realistica. Uno dei primi film prodotti in India fu Raja Harishchandra, nel 1913, un film a sfondo mitologico, filone che caratterizzò tutta la produzione cinematografica indiana dei primi anni.
Siamo ancora però ai tempi del cinema muto. Nel 1927 fu proiettato un film che aveva una sorta di colonna sonora e dove la musica in realtà era suonata all'interno della sala. Il cinema indiano rimase confinato solo per poco tempo all'interno del Paese. Infatti già all'inizio degli anni '30 si ebbero le prime collaborazioni con registi del Vecchio Continente. Sempre agli anni '30 risale la fondazione dei primi studios. Il più importante si trovava a Calcutta e si chiamava il New Theatres. A Bombay invece c'era il Talkies. Proprio questo secondo studio iniziò nel tempo a sfornare attori del calibro di Kumar e Kapoor.
Un altro aspetto tipico riguarda l'uso di cantanti che prestano la loro voce agli attori in scene di canti e balli, i c.d. cantanti playback. Durante i 100 anni di vita di questo cinema sono sorti musicisti di prim'ordine e parolieri acclamati. Il primo ad utilizzare cantanti in playback è stato Debaki Bose nel 1934. Anche questa modalità, oggi chiamata musica filmi, non è mai stata abbandonata e, in realtà, molto pochi sono gli esempi di attori che furono al tempo stesso cantanti.
Debaki Bose
Il periodo che va dagli anni quaranta agli anni sessanta è indicato da critici e studiosi come l'epoca degli anni d'oro del cinema hindi. Questi sono gli anni delle personalità, dei divi e delle dive che ancora oggi costituiscono un modello per i giovani artisti come Dev Anand, attore di film polizieschi, Kumar, nel campo drammatico, e Kapoor, attore regista e produttore, sono solo 3 dei nomi più noti.
Allora proprio da quegli anni ascoltiamo Geetā Dutt, famosa cantante playback nel cinema Hindi oltre che cantante di canzoni Bengali. Nel 1958 canta un brano hindustani per il film Howrah Bridge, Mera Naam Chin Chinu Chu che significa "Il mio nome è Chin Chinu Chu" Chu", il nome della lasciva ballerina di Shanghai protagonista del film che canta questa canzone.
Geeta Dutt - Mera Naam Chin Chin Chu
Il gusto indiano in fatto di cinema è molto diverso da quello occidentale. I film, caratterizzati da un taglio recitativo marcatamente teatrale, possono durare svariate ore, contenere interminabili intermezzi musicali e rappresentare lunghe scene di danze di gruppo apparentemente indipendenti dalla narrazione. Le canzoni sono tra gli elementi che decretano il successo di una pellicola, e sono apprezzate a tal punto che le colonne sonore dei film più visti vendono milioni di copie. Sesso, violenza e sparatorie, ingredienti tanto cari alla cultura cinematografica contemporanea hollywoodiana, sono assenti dai copioni, mentre gli argomenti più trattati sono l’amore, la lotta tra il bene e il male e le avventure morali a sfondo mitologico o religioso.
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