La storia della musica di sottofondo dei film erotici italiani anni '70


A chi non è mai capitato di incappare in almeno una commedia sexy all’italiana, magari d'estate sulle reti nazionali? 

Ma forse non tutti hanno prestato ascolto alle musiche di sottofondo.
Come racconta Rockit, la storia che si cela dietro il genere erotico, soprattutto quello degli anni '60 e '70, rappresenta l’evoluzione della nostra società in fatto di tecnologia, abitudini comportamentali, e ovviamente dal punto di vista dei gusti musicali. Se pensiamo al decennio in questione, la rivoluzione sessuale portata avanti dai movimenti per i diritti civili ha di certo sdoganato quello che un tempo era un tipo di pellicola destinata alla visione clandestina, perennemente esposta al rischio censura (negli Stati Uniti esisteva il Codice Hays, che dettava regole scrupolose cui attenersi per qualsiasi tipo di film prodotto) e tra l’altro sprovvista di qualsiasi contributo musicale. Solo con l’avvento della pellicola da 35 millimetri si ebbe infatti necessità di sonorizzare questo tipo di produzioni, divenute in breve tempo vero e proprio oggetto commerciale da rendere appetibile per una neonata e specifica fascia di consumo, favorita anche dalla nascita dei primi cinema a luci rosse. Facile allora pensare ai generi musicali che stavano cavalcando l’onda del mercato di quell’epoca: musica funky - come in Shaft, musicata da Isaac Hayes, o la celeberrima sigla di Starsky & Hutch - acid jazz, rock psichedelico, che si mescolavano e fondevano insieme, dando vita così al genere Sexploitation tipico dei film erotici a basso costo di quel tempo.

Lo sviluppo dell’industria cinematografica per adulti ha quindi dato la possibilità a molti musicisti di confrontarsi con un tipo di esperienza che, a livello italiano, ha coinvolto grandi nomi quali Riz Ortolani, Berto Pisano, Piero Umiliani e anche il maestro Ennio Morricone, a dimostrare come quello che inizialmente era concepito come mero sottofondo d’intrattenimento divenne ben presto un genere indipendente e con una certa dignità intellettuale. Il primo film erotico uscito in Italia fu "Emanuelle In America", con la regia di Joe D’Amato, del 1976, la cui colonna sonora fu affidata a Nico Fidenco; successivamente D’Amato ricorse ad altri grandi musicisti italiani per le sue pellicole, come nel caso di "Orgasmo Nero" del 1980, le cui musiche furono affidate a Stelvio Cipriani – già arrangiatore di film polizieschi quali "La polizia ha le mani legate", "Quelli della calibro 38" e "Torino violenta" – e Alessandro Alessandroni, passato alla storia per aver prestato il suo fischio alla Trilogia del Dollaro di Sergio Leone, con il quale collaborò nel film "Porno Esotic Love" del 1980.



Diversi sono i casi emblematici di come una musica nata per un film di serie B sia stata utilizzata per grandi produzioni estere. E’ il caso del brano “Mah-Nà Mah-Nà”, composto anch’esso da Piero Umiliani per il film “Svezia: paradiso e inferno” di Luigi Scattini del 1968. Nato come pseudo-documentario sulle abitudini sessuali del popolo svedese, la pellicola di Scattini utilizzò il brano in questione per una scena in cui alcune giovani svedesi fanno una sauna all’interno di una tipica casetta in legno; successivamente, il medesimo brano fu utilizzato sia all’interno del programma Sesame Street, il celebre show d’intrattenimento britannico per bambini, sia per uno sketch televisivo dei Muppets, nonché uno dei temi musicali presenti all’interno del Benny Hill Show. Il successo riscosso da questo brano fece sì che la casa discografica Derby ne incidesse un 45 giri nel 1975, a ulteriore dimostrazione di quanto il genere dei B-movies fosse diventato un fenomeno culturale di massa.

Pero Umiliani - Mah Na Mah Na: da "Svezia, inferno e paradiso" 


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