Tutti i turbamenti di una suora nel brano di Marisa Solinas, Vai suora Vai


Chi di noi non è andato dalle suore all’asilo? Chi non ha avuto la suora al catechismo? Chi come insegnante di religione? Chi, come me, può vantarsi di poter alzare ripetutamente la mano?

E allora portate alla memoria il ricordo che più vi aggrada (sempre che ne esista uno), create la giusta atmosfera e mettete in sottofondo “Vai Suora, Vai” pensando alla suora protagonista del momento prescelto.

Solo così potrete gustarvi appieno questo piccolo capolavoro di rara sensibilità emotiva recitato dalla eccelsa Marisa Solinas (starlette che ha attraversato il sottobosco del mondo dello spettacolo per svariati anni nonché sorella della mitologica Maria Sole) che qui indossa i panni della suora per coglierne gli spasimi ed i turbamenti più personali.

In fondo, l’artista in questione ha solo un precedente di poco conto, tale Alessandro Manzoni e che ha aperto in noi il dubbio su quali fossero i pensieri delle suore che ci hanno accompagnato.

Ciò detto, la canzone. La suora del brano, su base da pianola parrocchiale (ovviamente, siamo sempre in tema), è turbata dal ricordo del suo innamorato e averlo pensato incessantemente per tutto il giorno le turba il sonno, in senso, o meglio in sesso, davvero letterale. Una serie di turbe su base musicale, ecco.

Ma non solo, perché la sorella in questione, allorché mugola “mi svolta e mi abbandona nell’infinito” ammette candidamente di caricarsi qualcosa di psichedelico.


Una curiosità trovata da Luca è che Il lato A del 45 giri del brano in questione si intitola George Sand, che era lo pseudonimo utilizzato dalla scrittrice Amantine Aurore Lucile Dupin. Interessante questa ricorrenza: il fatto che entrambe le canzoni descrivano due donne che scelgono pubblicamente di mascherarsi (o svelarsi?) da altro...


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