Il Juke Box: nascita ed evoluzione di un oggetto di culto tornato in voga
Sembra che il Juke box sia tornato in voga negli ultimi anni, vuoi per il forte ritorno al vinile vuoi per le orde di hipster che a volte recuperano anche qualcosa di interessante a parte i baffi.
Come tutti voi saprete, il Juke Box è un apparecchio che riproduce brani musicali in modo automatico in seguito all’introduzione di una moneta e alla scelta della canzone da parte dell’ascoltatore. Essendo inserito in un mobile di discrete dimensioni (almeno 1,5 mt di altezza) consente una buona qualità del suono, grazie alla possibilità di poter contenere un altoparlante per i bassi (woofer) di diametro appropriato (25-30 cm), o una coppia di essi e in una cassa armonica sufficientemente capiente.
Le dimensioni sono dovute al fatto che in origine il Juke box era l'unico metodo di diffusione della musica in locali relativamente ampi, tipicamente bar e simili.
Nei suoi anni d’oro il jukebox è stato punto di attrazione per i giovani e oggetto di invidia e di scandalo per i benpensanti, simbolo e anticipazione di un’era nuova che doveva arrivare.
Le dimensioni sono dovute al fatto che in origine il Juke box era l'unico metodo di diffusione della musica in locali relativamente ampi, tipicamente bar e simili.
Nei suoi anni d’oro il jukebox è stato punto di attrazione per i giovani e oggetto di invidia e di scandalo per i benpensanti, simbolo e anticipazione di un’era nuova che doveva arrivare.
Il modello più caratteristico e definitivo creato dalla casa produttrice più nota di Juke Box è il Wurlitzer 1015, un modello nato nel 1946, ideato da Paul Fuller, un designer industriale, che insieme a Miller della Seeburg dal 1938 rivoluzionarono il design dei Juke Box con l’introduzione della plastica, il Wurlitzer 1015, prodotto in 56 242 esemplari, rappresenta il simbolo dell’American Way of Life, attecchito in Italia solo tardivamente, all’inizio degli anni Cinquanta.
Il primo Wurlitzer nacque nel 1933, col nome di Debutante: il suo aspetto era molto diverso dai Juke Box originali, privo dei “bubble tubes” e dei cilindri colorati dei Juke Box anni Quaranta. Assomigliava molto di più a un cassettone; nel 1934 la Wurlitzer ne modificò il nome in P 10 e, secondo alcuni, questo è il primo modello ufficiale, mentre il Debutante era piuttosto un tentativo per sondare il mercato.
Il P 10 era un modello a 78 giri e consentiva una scelta tra 10 dischi; accettava da una a dieci monete da 5 o 10 cents. Il mobile, impiallacciato in noce, aveva già la finestra da cui si poteva vedere il meccanismo cambiadischi e una griglia nella parte inferiore frontale, dove si trovava l’altoparlante. Fra il 1934 e il 1935 ne furono prodotti 3700; il suo prezzo attuale è stimato dalla casa produttrice tra i 1200 e i 2200 $, a seconda delle condizioni.
La fase pionieristica è superata fra il 1933 e il 1938, a opera dei quattro maggiori produttori: Wurlitzer, Rock-Ola, Seeburg e AMI. Nasce il prototipo di Juke Box ormai entrato a far parte dell’immaginario collettivo: meccanismi interni ben visibili, fregi nichelati, luci fosforescenti e profluvio di materiali plastici traslucidi ideati da Miller e Fuller.
Alla fine degli anni Ottanta era considerato un oggetto sorpassato, poi si è via via imposto come oggetto da collezione, trasformandosi da caro, simpatico, casinista amico di tanti ragazzi di ieri a quella di un tranquillo, costoso e ricercato mobile da salotto.
Serge Gainsbourg - Le claqueur de doigts
"Juke Box
Juke Box
J' suis claqueur de doigts devant les Juke Box !
Juke Box
Juke Box
Je claque des doigts devant les Juke Box"
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