The Village Voice e le fanzine psichedeliche


The Village Voice, un settimanale con aperture liberali prodotto nel Greenwich Village di New York, ha ospitato fin dal suo apparire verso la metà degli anni '50 le tante voci di dissenso dell'avanguardia artistica, della Nuova Sinistra e della cultura beatnik americana. 

Ed è stato proprio un redattore del Voice, John Wilcock, curatore della seguitissima rubrica "The Village Square", a mettersi alla guida dopo aver lasciato il settimanale di alcuni dei più combattivi progetti editoriali del cosiddetto "underground". Alla Los Angeles Free Press, fondata nel 1964, spetta comunque il titolo di capostipite di un numero sterminato di pubblicazioni indipendenti che, nel corso di pochi anni, dettero vita ad un vero e proprio "Quinto Potere" alternativo della carta stampata, con una fitta rete di piccole imprese comunitarie di controinformazione che abbracciava ogni angolo del mondo Occidentale e che al fianco di istanze politiche radicali più convenzionali diffondevano le rivoluzionarie concezioni di vita della cultura hippie, sovvertendo consapevolmente allo stesso tempo tutte le buone norme della stampa tradizionale. 

Pubblicità su Village Voice del 7 aprile 1966

Ortografia, linguaggio, impaginazione, formati, metodi di stampa e colorazione venivano stravolti da concezioni fantasiose di gusto "psichedelico", al punto da rendere perfino difficoltosa in alcuni casi la lettura, per l'avventurosa sovrapposizione di immagini e testo o l'uso di atipici colori pastello. Le più note testate statunitensi si chiamano Other Scenes, San Francisco Oracle, Berkeley Barb, Old Mole, Open City, c'è poi l'inglese It e Oz, più volte sequestrata per oscenità e creata da Richard Neville fra Sydney e Londra.

San Francisco Oracle n° 5 del 1967

Stampate a volte con primitivi ciclostile o in eliografia, con interventi manuali, su carta da pacchi o altri materiali "poveri", ma anche in off-set tipografico a più colori e con tirature che hanno superato in alcuni casi le 50.000 copie, le riviste underground dei '60 costituiscono un patrimonio letterario immenso, continuamente ripreso, riciclato e rimaneggiato (grazie anche alla pratica dell'abolizione del copyright) nei decenni successivi.

Dopo le brevi illusioni rivoluzionarie del '68 e le relative trasfusioni sulle pagine sotterranee, il fenomeno si smorza gradualmente nella prima metà dei '70, seguendo lo sfaldarsi del Movimento politico-giovanile internazionale.

The West Coast Pop Art Experimental Band - Help I'm A Rock 

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