Il primo concerto al mondo alimentato a pedali: i Tetes de Bois
E’ il primo eco spettacolo al mondo sulla bicicletta alimentato a pedali. Più precisamente, un palco a pedali. Un evento ecosostenibile dove i veri protagonisti saranno il pubblico e le loro biciclette: 128 postazioni disponibili in grado di produrre 10kw di energia elettrica ciascuna, grazie a uno speciale cavalletto collegato a una dinamo. Amplificazione e impianto luci saranno così garantite dalle pedalate degli spettatori. Nato da un'idea di Andrea Satta dei Tetes de Bois, il palco a pedali è stato progettato dall'ingegnere Gino Sebastianelli, prodotto dalla Just in Time di Mauro Diazzi e finanziato dall'assessorato alle Infrastrutture strategiche e della mobilità della regione Puglia.
Chiunque vuole partecipare può portare la propria bicicletta (visto che il sistema è adattabile a ogni modello) oppure noleggiarne una tra le oltre 400 disponibili. A tutti viene data l'opportunità di pedalare con dei turni che consentono il ricambio in postazione, anche perché tra prove, soundcheck e concerto si deve stare in postazione per quasi quattro ore. Se non pedali le luci si spengono e il palco rimarrà muto.
E sul palco saranno proprio i Tetes de Bois, che per due ore suonano grazie all'energia del pubblico (e non è un modo di dire) il loro album Goodbike, frutto di un lungo e approfondito percorso di indagine artistica, passato attraverso un reading musicale, uno spettacolo teatrale, un romanzo sulla bicicletta (I Riciclisti, Ediciclo) firmato dal cantante Andrea Satta, l'ideazione di un festival e naturalmente l'esplorazione della realtà e dei luoghi che ruotano intorno alla realtà della bicicletta.
L'album è composto da undici tracce divise tra l'epica del ciclismo, l'esplorazione e l'impegno sociale, la dimensione infantile del gioco che si apre con Alfonsina e la bici, che racconta la bellissima figura di Alfonsina Strada, pioniere al femminile del ciclismo in Italia, che ad inizio 1900 prese parte anche al Giro D’Italia e il cui video è interpretato dall'astrofisica Margherita Hack.
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