Quando l’aspetto spirituale e quello spiritoso si uniscono: intervista a Federico Palmaroli, creatore de Le più Belle Frasi di Osho


Le più belle frasi di Osho è una pagina Facebook travolgente – alle soglie dei 583.000 fan – dove si combinano luoghi comuni dell’Italia – e della Roma – di oggi e immagini di repertorio del guru indiano. La formula di questo sottile equilibrio tra ironia e coinvolgimento empatico popolare è nelle mani di Federico Palmaroli, romano, creatore e tuttora unico gestore della pagina che racconta ai microfoni di Normcore - La Normalità è Hardcore come è nato questo progetto di successo.

Ciao Federico! Com’è nato il progetto di creare “Le più belle frasi di Osho”?
Nasce per caso con un incontro assolutamente casuale su internet con questa figura che avevo capito essere una figura spirituale. Se ne parlava molto ma non avevo mai letto nulla, quindi l’ho preso come un pupazzetto da far parlare, tipo Rockfeller e Moreno.

Quindi la scelta di Osho è stata casuale?
Sì, è stata casuale ma evidentemente molto azzeccata perchè ha una mimica facciale che ha coinvolto e divertito anche chi, non conoscendolo, ha apprezzato non solo la parodia ma, anche, la mimica facciale associata a quelle frasi.

Come crei le frasi associate alle immagini?
All’inizio era più un patrimonio di espressioni che avevo nella testa e che applicavo a un’immagine ma non a una cosa specifica. Poi, andando avanti nella ricerca delle foto, è successo più il contrario: una posa o una faccia specifica prestavano il fianco a una frase da abbinare. Il percorso inverso, diciamo.

Alla fine ha catturato anche te Osho, ti ha ispirato.
Alla fine sì perché, vuoi non o non vuoi, ti viene anche la curiosità di leggere qualcosa. Nei libri che ho fatto, che non sono semplicemente raccolte di immagini ma contengono la vera e propria parodia, perchè contengono frasi vere di Osho con la loro romanizzazione attraverso le vignette, ho fatto un lavoro di ricerca delle frasi che si legassero bene a determinate immagini e ho fatto ricerche anche sulle parole stesse.

A proposito dei libri, ne sono già usciti due. Come hai reso su carta le frasi?
Sì ne è uscito uno ad aprile del 2016 e uno a dicembre del 2016 e come dicevo non sono una semplice raccolta, le definisco uno show tipografico. Bisogna leggere prima con attenzione la frase di Osho e poi la vignetta che segue diventa esilarante, molto più della pagina secondo me. Lì c’è la vera e propria parodia, non c’è semplicemente la vignetta, c’è l’aspetto spirituale e quello spiritoso. 

E durante presentazioni del libro interpreti le frasi?
Sì, non sono le classiche presentazioni noiose dove parli del libro, presento le slide che sono frutto del libro e in quel modo è divertente. Non so quanto sia efficace raccontarlo ma ridono tutti alla presentazione. A volte mi accompagnano anche degli attori famosi che hanno sicuramente una dizione migliore, ma essendo io il papà di queste cose riesco a padroneggiarle bene.

Sì, anche perché il tuo bell’accento romano le accompagna perfettamente visto che le frasi sono quasi tutte in romanesco.
Non l’ho calcato appositamente troppo per renderlo fruibile a tutti. Diciamo che non ho esagerato nel troncare le parole perché quando non si capisce immediatamente una battuta perde di efficacia. Deve essere più fluida possibile.

La pagina ha un successo davvero strabiliante: 583.000 fan. Secondo te perché questa pagina ha avuto così successo? Quando hai capito che la pagina stava veramente decollando?
E’ la condivisione che è importante in questo caso. Il successo credo sia dovuto al fatto che nelle frasi ci si riconosce e capita a tutti di pronunciare quelle parole in qualche situazione. E poi l’associazione al personaggio è stata fortunatamente e credo sia dovuta anche a quello. I fan di una pagina possono essere relativi, di più o di meno, non conta tanto quello ma conta l’interazione e la condivisione. Ed è molto alta, anche da parte di chi non utilizza Facebook, si sono creati persino gruppi su WhatsApp e a Roma tutti conoscono il fenomeno.

Qual’è la tua immagine preferita delle tante che hai pubblicato?
C’è n’è una a cui ero particolarmente affezionato in cui c’è Osho con le mani giunte che si avvicina assieme a un’altra persona a un uomo in divisa e gli dice: “Daje Capo essi bono che io cor furgone ce lavoro”. 



Ma ce ne sono diverse. Ci sono ricordi legati all’infanzia o alla vita di tutti i giorni. Una in cui Osho bagnato dice “Chiudi dellà che m’arriva fredda??” che mi ricorda quando mia mamma tirava l’acqua in cucina e mi arrivava gelata. Sono momenti di vita che capitano a tutti.


Secondo te a Osho piacerebbe la tua pagina?
Credo di sì, con un po’ di presunzione, perché tra i vari pensieri che ho letto di Osho c’è n’è uno che mi è rimasto impresso in cui dice: sii uno scherzo per te stesso diventerai una benedizione per tutta l’umanità. Quindi credo che il presupposto di sapersi prendere in giro da soli, sia anche quello di apprezzare quando lo fa qualcun altro. Che poi non è tanto una presa in giro ma semplicemente un mettere in bocca un personaggio tra virgolette sacrale delle frasi che avrebbe detto se fosse nato a Tor Marancia a Roma.

Che poi magari le diceva comunque!
Infatti, magari la diceva in Indiano!

Grazie mille Federico di essere stato a Normcore!


The Smiths - There Is A Light That Never Goes Out


L'epitaffio di Osho recita: "Osho mai nato, mai morto. Ha solo visitato questo pianeta Terra tra l’11 dicembre 1931 e il 19 gennaio 1990". Durante questa visita Osho, Chandra Mohan Jain, ha fatto in tempo ad avere un’illuminazione mistica, diventare un maestro spirituale con migliaia di fedeli al seguito – prima in India, poi in Oregon – essere riconosciuto come uno dei maggiori collezionisti mondiali di Rolls-Royce (circa 93), avere problemi giudiziari sia in India sia negli Stati Uniti, con capi d’accusa che vanno dal tentato omicidio all’attacco bioterrorista tramite salmonella. 

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