Le fanzine DIY del punk



E’ con il movimento punk, negli anni settanta, che la fanzine assume un suo status di vera e propria stampa indipendente in forma amatoriale: le fanzines, al motto di do it yourself (fai da te), pubblicano recensioni e interviste di dischi e concerti ignorati dalla stampa musicale ufficiale.


La prima, la più influente e anche la più venduta delle fanzines è stata Sniffin' Glue, scritta, impaginata, stampata e distribuita artigianalmente a partire dall'estate del 1976 (grazie anche all'aiuto di Rough Trade e di altre strutture indipendenti) da un giovane disoccupato londinese, Mark Perry. A differenza della conformista stampa musicale ufficiale, dalle pagine della sua rivista Perry incensava o maltrattava senza peli sulla lingua i gruppi punk del momento, che aveva modo di seguire e studiare da vicino, promuovendo fra grezzi collages e montaggi neo-dadaisti efficaci slogan del tipo "eccovi tre accordi, ora formate un gruppo musicale", o incitando i lettori a fondare le loro fanzines (appello che in molti non si fecero ripetere due volte). Nel punk ogni scioccante "rivolta nello stile" si è bruciata e consumata con enorme rapidità, dopo poco più di un anno Perry fondava egli stesso un gruppo rock, gli Alternative TV, il cui singolo di esordio è allegato all'ultimo numero di Sniffin' Glue. 

Già verso la fine del 1977, la crescita esponenziale del numero di fanzines punk, solo in pochi casi mordaci e innovative come il modello originale (Jolt, These Things, Hangin' Around, Ripped & Torn), aveva prodotto una situazione di saturazione e omologazione del fenomeno, molto simile a quella che simultaneamente interessava i gruppi musicali, assorbiti dalle grandi case discografiche (saranno infatti i responsabili delle fanzines della prim'ora a scrivere e "vendere" all'establishment i primi instant books da cassetta sulla scena punk). 

Allo stesso tempo però, l'editoria marginale ha continuato a proliferare e frammentarsi in direzioni differenti, espandendosi dall'Inghilterra ad ogni altra nazione civilizzata, con titoli di indirizzo specificamente new wave, mod, ska, dedicati al circuito delle autoproduzioni su cassetta (Cassette Gazette, Fast Forward, Stick it in your ear) o a quello delle etichette musicali indipendenti (OP, Sound Choice), ultrapoliticizzate (come Temporary Hoarding, stampata dall'associazione "Rock against Racism", o Toxic Grafity, prodotta direttamente dal collettivo dei Crass), o con sguardi insoliti sul mondo della moda giovanile (i-D , oggi rivista ufficiale a tutti gli effetti), dell'arte (le tedesche The 80's e Shvantz!, riviste di mail art come Vile e ND), e via dicendo. 


Siamo però negli anni '80, e in epoca di diffuso "riflusso" ideologico la stampa amatoriale ha perso molte delle sue caratteristiche militanti, spesso non si distingue più nettamente nei contenuti dalla stampa overground, dalla ricerca o dalla negazione di valori esistenziali ha virato decisamente verso il gioco e l'effimero, ed ha anche spesso abbandonato la consuetudine del prezzo "politico" a senso unico dei Mass Media.
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Buzzcocks - Harmony In My Head



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