Ada Lovelace, la creatrice del primo programma informatico della storia


“Incantatrice dei numeri”: così Charles Babbage, il padre dei computer, era solito rivolgersi ad Ada Augusta King contessa di Lovelace, più nota come Ada Lovelace. Figlia di Lord Byron, nata dal brevissimo matrimonio con Anne Isabella Milbanke, negli appena 36 anni della sua vita, cominciata il 10 dicembre 1815 e conclusasi il 27 novembre 1852, Ada divenne una delle donne più famose in Inghilterra e in Europa grazie alla sua passione e al suo indiscusso talento per la matematica.

A questa disciplina era stata iniziata dalla madre, anche per contrastare la vena poetica e filosofica ereditata dal padre (i due si erano separati pochi mesi dopo la nascita della bambina, che non conobbe mai Byron). Ada dimostrò fin dall’infanzia di subire il fascino dei numeri, anche nelle loro applicazioni pratiche, e della scienza: a otto anni completò uno studio sulle abitudini della sua gatta, a dieci progettò un sistema che le permettesse di volare, a undici si dedicò a osservare il moto di Giove in cielo, come Galileo. Questo nonostante una salute estremamente cagionevole che la costringeva a passare ripetutamente diversi mesi bloccata a letto.

In breve tempo, durante l’adolescenza, Ada surclassò tutti i suoi insegnanti e si trasformò in una scienziata. O meglio, come lei stessa amava definirsi per sottolineare la presenza nel suo carattere anche dell’eredità paterna, in un’ “analista e metafisica”. E tuttavia una donna dedita allo studio dellamatematica, dell’algebra e della tecnologia era, anche in quel tempo caratterizzato da innovazione e progresso, mal vista dalla società.

Nei suoi scritti, infatti, Ada sottolineava spesso la frustrazione per il disprezzo e la mancanza di considerazione con cui si trovava a fare i conti ogni giorno.


Per sua fortuna non le mancò mai il sostegno del marito, il conte William King, e tanto meno quello materno. Proprio Anne la affidò a Mary Somerville, autrice di testi universitari di matematica e traduttrice dei lavori di Pierre Simon Laplace. Attraverso Somerville, la giovane matematica appena diciassettenne fece un incontro che le avrebbe cambiato la vita, consacrandola madre dell’ informatica. Quello con Charles Babbage, il quale stava al tempo lavorando alla sua macchina analitica, un vero computer ante litteram. I due cominciarono immediatamente una stretta collaborazione, e lo scienziato chiese ad Ada di tradurre in inglese i lavori del matematico italiano Luigi Menabrea (che poi dal 1867 al 1869 sarà primo ministro del Regno d’Italia) proprio sulla macchina di Babbage.

Ada fece molto di più: aggiunse alla traduzione diverse note e appunti (mostrando in essi la capacità di prevedere molte delle future applicazioni dei computer), compreso un algoritmo per il calcolo dei numeri di Bernoulli. Quell’algoritmo viene oggi riconosciuto come il primo programma informatico della storia. Inoltre fu proprio dal lavoro di Ada che Alan Turing prese l’ispirazione necessaria per costruire ilprimo moderno computer.

Oggi Ada Lovelace è considerata il simbolo di tutte le donne che dedicano la loro vita alla scienza e della ricerca, ma a lungo il suo contributo venne deliberatamente ignorato e sottovalutato. Solo nel 1979 il Ministero della Difesa statunitense onorò la sua memoria e il suo lavoro chiamando “ Ada” unlinguaggio di programmazione.

Carole King - Computer Eyes: dall'album Speeding Time del 1983

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