L'orgoglio di essere ciclisti: intervista a Isabella Cioccolini, co-fondatrice di Bike Pride e Dynamo la Velostazione di Bologna



Il 7 maggio si terrà il Bike Pride, la festa dei ciclisti urbani di Bologna dal 2010. Partita dall’iniziativa dell’associazione L’Altra Babele in occasione della Giornata Nazionale della Bicicletta, la manifestazione si è allargata negli anni ad altre associazioni, facendo crescere la rete che ogni anno si rinnova per organizzare la parata programmata, ormai tradizionalmente, per la seconda domenica di maggio. 

Isabella Cioccolini, una delle fondatrici del Bike Pride Bologna racconta ai microfoni di Normcore - La Normalità è Hardcore com'è nata questa iniziativa e come si è trasformata negli anni una vera paladina del ciclista urbano, diventando anche co-fondatrice di Dynamo, la velostazione di Bologna.

Ciao Isabella! Parlaci del Bike Pride! Come e perché nasce? 
Bike Pride nasce nel 2010; all’epoca io e altre persone che eravamo parte dell’associazione L’altra Babele, un’associazione studentesca di promozione sociale, ci occupavamo già di ciclismo urbano. L’associazione tradizionalmente organizza le aste di bici, un’iniziativa molto conosciuta in città. A un certo punto ci è venuta l’idea di celebrare e condividere con la città il nostro amore per la bici, visto che di solito ce ne occupavamo con toni più seri, contro il mercato nero o i furti per esempio, e volevamo fare qualcosa di più scanzonato. Allora abbiamo deciso di organizzare questa parata in bicicletta, cercando di invadere le strade della città in maniera positiva e festosa. Il primo anno non eravamo tantissimi, circa trecento persone, ma negli anni si sono "aggiunti un po’ di zeri". Visto che già dal primo anno avevamo trovato il sostegno di altre associazioni siamo partiti con l'iniziativa e la prima volta abbiamo fatto un fantastico giro da Piazza Maggiore alle due Torri, però passando da dietro cioè da Via Farini. Da quel giorno questo orgoglio ciclistico è stato un crescendo e di conseguenza ogni anno non possiamo rinunciare a organizzare il Bike Pride.

Un'immagine dal Bike Pride Bologna

Il percorso è diventato un po' più articolato rispetto alla prima edizione. Quale sarà il percorso di quest’anno?
Ormai da un po’ di anni il percorso di è allungato parecchio, tra i 10 e 12 Km, ma nessuno si spaventi perché si tratta di una parata, quindi la velocità è assolutamente contenuta e su strade pianeggianti, non ci andiamo a inerpicare sui colli. Non si va a San Luca per intenderci. 
Ogni anno cerchiamo di toccare anche le periferie, non solo il centro, e anche quest’anno sarà così: andremo in direzione stadio e passeremo per la Bolognina. Da un po’ di anni c’è  anche un tema e quest’anno sarà quello dei supereroi. Si verrà quindi vestiti a tema ma chi non ha modo e tempo di farlo potrà trovare supporto durante il concentramento nel Parco della Montagnola, dove avremo vari stand di trucco e parrucco. Il concentramento inizierà alle 13 e si partirà verso le 15. Si mangia si beve e ci saranno varie attività di intrattenimento quindi di sicuro non ci annoieremo.

E per chi non ha una bici ma vorrebbe comunque partecipare? 
Sempre nel parco è possibile affittare delle bici. C’è un form di prenotazione sul sito o su FB dove troverete tutte le informazioni.

Insomma basta esserci e pensate a tutto voi. Tu sei anche uno dei soci fondatori di Dynamo la velostazione di Bologna. Come sei passata dal bike pride a Dynamo?
Le cose sono collegate nel senso che occupandomi di bici a livello di hobby assieme all’associazione studentesca ai tempi dell’università, negli anni mi sono avvicinata a un altro gruppo che si occupava di bicicletta, Salvaciclisti Bologna, che si è costituito nel 2013. Con loro ci siamo interessati al tema della mobilità urbana e da lì a un gruppo di persone è venuto in mente di partecipare al bando Incredibol per il progetto di una velostazione, visto che stavamo già cercando degli spazi dove realizzarla ma eravamo abbastanza fermi. Nel 2014 abbiamo vinto il bando e nel 2015 abbiamo aperto Dynamo.

Garage Market da Dynamo

Che non solo è un posto molto bello dove si può lasciare la bici, si può portare a riparare, la cullate, la massaggiate ma fate anche un sacco di eventi mostre, è un luogo molto vivo.
Sì, era proprio nostra intenzione creare un luogo che fosse sia la casa del ciclista urbano dove si possono trovare tutti i servizi per rendere la vita facile a chi pedala sia un luogo di socialità, un polo culturale, soprattutto a maggior ragione quando abbiamo felicemente scoperto di avere questo spazio meraviglioso in pieno centro. Quindi da subito abbiamo iniziato a organizzare una serie di iniziative gratuite e varie fra loro per renderlo più vivo e fruibile possibile.

Un vero di luogo di resistenza - della dinamo! Ma a questo punto sei la paladina delle biciclette! Ti sei impegnata tanto e in tanti ambiti relativi alla bici. Da dove nasce la tua passione per le biciclette?
Ho sempre avuto un carattere un po’ scalpitante e la bici è stato il primo mezzo che mi ha garantito un minimo di indipendenza. Per questo l’ho sempre adorata e ho cercato di tenerla più in ordine possibile perché mi permetteva di scappare. Tra l’altro ricordo all’inizio di come io ero l’unica nipote femmina e tutti i cugini vari e mio fratello andavano in giro con le mountain bike e ho combattuto una lunga battaglia per avere la bici. Ovviamente quando me l’hanno regalata era una Graziella di Barbie. 

E quindi c’è stata per anni la frustrazione di non avere una BMX, quella sì che era da fichi!
Tanta roba!


Pink Floyd - Bike: ultima traccia dell'album di debutto, The Piper at the Gates of Dawn. Il testo di Barrett è dedicato alla sua ragazza dell'epoca, Jenny Spires, la stessa contro cui Syd inveisce in Lucifer Sam.

Commenti

Post più popolari