L'accordo più misterioso del rock: A Hard Day's Night




Avete presente quell’accordo stridente con cui inizia “A Hard Day's Night e che crea quel momento di tensione? Per decenni nessuno è riuscito a capire che note fossero e riprodurlo, tra musicisti e persino matematici, quell’accordo è stato in assoluto il più misterioso della storia del rock.



E direte: ma cosa c’entrano i matematici? Beh, i musicisti ci hanno provato, ma non ne sono venuti a capo, nonostante George avesse già dato una dritta: “È un FA maggiore con un SOL in alto, ma dovete chiedere a Paul la nota del basso per avere la storia esatta”. Si scoprì in seguito che la nota di Paul era un RE, ma in qualsiasi modo provassero, l’accordo suonava in modo diverso. Direte allora sarà stato John. E no. Perchè lui con la Gibson raddoppiava la Rickenbacker a dodici corde di George.

La questione è diventata un rompicapo per 40 anni. Nel 2004 Jason Brown, un matematico dell’Università Dalhousie a Halifax, analizzando le frequenze dell’accordo attraverso un procedimento noto come la trasformata di Fourier, scoprì, oltre alle tre chitarre, la presenza di un pianoforte. L’accordo sembra suonato da una sola chitarra, ma a crearlo contribuiscono quattro strumenti, di cui uno assolutamente irriconoscibile. 
E indovinate di chi? Ma ovviamente il solito quinto Beatles, George Martin che suonava al piano un SOL, un DO e un RE. Poi, miscelando i suoni e i volumi nacque quell’accordo indimenticabile. 

Nonostante questa spiegazione, la questione dell’accordo misterioso dei Beatles continua a essere largamente dibattuta tra musicisti e impallinati, ciascuno dei quali propone una sua versione leggermente diversa per cercare di riprodurre un suono più simile possibile a quello che si sente all’inizio della canzone. 

Comunque sia una cosa geniale che fece da spartiacque con il passato: la lunga pausa che segue l’accordo lo rende deflagrante, un attimo di suspense prima che il ritmo della swinging London travolgesse il vecchio mondo. Era il 16 aprile 1964.


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