Il meraviglioso suono della tua voce?
Tutti almeno una volta nella vita abbiamo avuto l'occasione di sentire la nostra voce registrata e la sensazione è, quasi sempre, davvero sgradevole. Non ci riconosciamo, la sentiamo stupida, diversa, strana: troppo nasale, troppo acuta, troppo infantile...da brividi!
Consoliamoci perché esiste una buona ragione: siamo così abituati a sentire la nostra voce da dentro il nostro corpo che ascoltarla da fuori la fa suonare diversa. Infatti, la voce ascoltata dalle altre persone ha attraversato solo l’aria prima di raggiungere le orecchie mentre i suoni emessi da noi stessi oltre che attraverso l’aria, passano anche attraverso le ossa e i tessuti, dalla laringe alla coclea, l’organo sensitivo dell’orecchio.
In più un registratore altera la voce, anche se in maniera minima, perché il suono viene “tradotto” da onde sonore meccano-elastiche (cioè vibrazioni) a onde elettromagnetiche (cioè segnali elettrici), mentre per l’ascolto avviene il processo inverso: così la voce che esce da questi passaggi non è mai perfettamente identica all’originale.
Blue Velvet di David Lynch (1986)
Oltre a suonare strana in genere la nostra voce non ci piace. Questo perché, una volta posti davanti alla nuda e cruda realtà, ci suona anche come estranea. Chi è quello/a che parla? Del resto accade un processo simile anche quando guardiamo le nostre fotografie e, abituati a vedere i nostri corpi allo specchio, da vicino e con difetti e asimmetrie capovolti, non ci riconosciamo del tutto, perchè il nostro cervello ci vede in un modo a cui non siamo abituati.
Una soluzione può essere di mandare più messaggi vocali che messaggi scritti così che, oltre a far prima ed evitare di ammazzarsi mentre si guida, si ha modo di riascoltare la propria voce e le cazzate di cui siamo capaci.
Prima o poi ci si fa il callo a quella voce orrenda.
Posso garantire.
Posso garantire.
Elliott Smith - Can't Make A Sound: da Figure 8, quinto album del cantautore statunitense, uscito nel 2000.
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