I vinili stampati sulle lastre in URSS


Pochi giorni fa vi raccontavo i diversi materiali con cui l’essere umano si ingegna per stampare un vinile non pago del materiale plastico, dalle tortilla al cemento. Ma c'è stato un tempo in cui più che uno sfizio era una necessità, come racconta Nur Al Habash in  un interessantissimo articolo su Rockit che vi riporto sotto:

Durante il regime sovietico, la musica americana era considerata il simbolo della contaminazione culturale del capitalismo, la corruzione maggiore di cui un giovane potesse cadere vittima: è per questo che i giovani sovietici escogitavano qualsiasi espediente per poter ascoltare un po' di sano rock 'n roll.  
Uno di questi, particolarmente sinistro, consisteva nel rubare le lastre che venivano scartate da ospedali e cliniche e usarle per inciderci sopra della musica. 
Il risultato ovviamente non permetteva un'alta definizione di suono (come potete sentire QUI) ma, data la flessibilità del supporto, era semplicissimo da contrabbandare.  

L'invenzione è attribuita ad uno studente di medicina con una viscerale passione per l'opera lirica, anche se esisteva già un metodo ungherese (la radio statale di Budapest realizzava già registrazioni professionali sui raggi x, anche di stelle nazionali come Bela Bartok). L'uso di questi supporti flessibili era così esteso in tutta l'URSS che, fino al 1959, la polizia organizzava pattuglie speciali per frenare il contrabbando. Una delle tecniche di dissuasione consisteva nel mettere in circolazione dei falsi roentgenizdat che, dopo uno scoppio di musica, riproducevano un fiume di insulti e minacce agli utenti.  

Nel video qui di seguito, un documentario intitolato "Ombre sui marciapiedi", si può vedere in che modo venivano contrabbandati questi dischi flessibili, detti comunemente "ossa" o "costole" (min. 0:10).

I dischi venivano creati con un torchio speciale che incideva i solchi sulle radiografie trovate nei rifiuti degli ospedali, poi tagliate in dei cerchi di circa 25 centimetri; spesso il foro centrale veniva praticato con la brace infuocata delle sigarette. In questo modo si poteva trovare un Elvis inciso sui polmoni, Duke Ellington sul femore di zia Irina, e via dicendo.. 


Solitamente i contrabbandieri erano marinai di paesi neutrali come la Svezia o la Finlandia; la domanda, inizialmente limitata al jazz, aumentò con l'inclusione del rock and roll e, già negli anni Sessanta, del beat di Liverpool. Le "ossa" si pagavano intorno ad un rublo, una spesa considerevole per gli appassionati, che erano coscienti del fatto che le lastre si consumavano rapidamente. I vinili legali costavano 5 rubli e contenevano un tema per ogni faccia ma, naturalmente, l'offerta dello stato non includeva la musica del capitalismo. 

Questo tipo di musica clandestina non era molto semplice da arginare. A molti komsomolci (ovvero i membri dell'organizzazione giovanile del Partito) piaceva la musica occidentale al punto che loro stessi erano soliti scambiarsi i roentgenizdat. 

Le lastre musicali sono circolate fino alla fine degli anni '70, quando divennero poi popolari le musicassette e le bobine.
Oggi le costole musicali sono ovviamente diventate pezzi molto ricercati dai collezionisti, e per questo esistono ancora "pirati" che fabbricano dischi su lastre per raggi X spacciandoli per manufatti vintage.

Insomma se ve la vedete brutta, potete sempre prendere le vostre vecchie lastre, inciderci un po' di rock'n'roll e tentare di contrabbandarle. 

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