Cervelloni si diventa suonando!




Vi raccontavo qualche giorno fa dello studio che cerca di comprendere se la musica sia indispensabile per l’essere umano e di come abbia un'influenza notevole sul cervello umano: può essere un ottimo aiuto per far cominciare la giornata, migliora il nostro umore, fa affiorare ricordi tanto altro.


Sempre in tema, Anita Collin, durante il suo dottorato di ricerca in Neuroscienza all'università di Melbourne, ha analizzato quale sia la reazione del nostro cervello quando ascoltiamo o suoniamo musica. 

Attraverso strumenti d'analisi come la risonanza magnetica funzionale e la tomografia a emissione di positroni, l'attività del cervello è stata già più volte monitorata nello svolgimento di attività come la lettura o il calcolo matematico, durante i quali si possono osservare aree specifiche che vengono stimolate e mostrate dal macchinario come un’area illuminata.

Ciò che la dottoressa ha riscontrato è che quando il soggetto ascolta musica vengono coinvolte più aree in contemporanea e ciò che si vede può essere paragonata ad una serie fuochi d'artificio. Questo accade perché il cervello deve analizzare più elementi della stessa canzone - il ritmo, la melodia, la velocità, ecc. - e contemporaneamente unire il tutto in un'unica elaborazione.



Osservando chi non si limita ad ascoltare musica ma che la suona, si è evidenziato come la nostra attività cerebrale diventi ancora più complessa. L'esercizio costante e metodico che un musicista fa provando tutti i giorni stimola infatti l'area motoria, quella visuale e quella dedicata all'ascolto coinvolgendo sia la parte destra che la sinistra del cervello sviluppando il corpus callosum, l'organo che fa da tramite tra di due emisferi.

Il video creato sui risultati di Anita Collin

I musicisti sviluppano dunque una maggiore capacità nella risoluzione dei problemi, che applicano anche al di fuori degli esercizi musicali, gestiscono più attività interconnesse tra loro, hanno una migliore memoria che si struttura con un articolato sistema di etichette divise per ogni argomento, proprio come un motore di ricerca archivierebbe le proprie pagine web. Inoltre, hanno una migliore memoria che si struttura con un articolato sistema di etichette divise per ogni argomento, proprio come un motore di ricerca archivierebbe le proprie pagine web.

Quindi per concludere se volete allenare il vostro cervello, appoggiate la settimana enigmistica sul comodino e imbracciate uno strumento!


The Beatles - While My Guitar Gently Weeps: brano scritto da George Harrison e contenuta nel White Album del 1968. La fonte d'ispirazione del brano venne a Harrison dalla lettura di un libro, l'I Ching, i libro dei mutamenti. Disse lo stesso Harrison: «In Oriente ogni cosa è relativa a ogni altra cosa, mentre in Occidente è solo una coincidenza». Andando con questa idea di relativismo a casa dei suoi genitori nell'Inghilterra settentrionale, Harrison cominciò a scrivere una canzone partendo dalle prime parole viste in un libro aperto a caso. Queste parole furono "Gently Weeps" (piange dolcemente); e così iniziò immediatamente a lavorare. Raccontò poi che le prime stesure della canzone furono modificate, tagliate e cambiate in continuazione.

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