BUS #4: dall'Uttar Pradesh al Cuttack



Con il nostro bus siamo a cavallo tra India e Canada. 
Si sa che dagli anni '70 in poi l’Occidente è stato influenzato dalla musica indiana, ma anche la musica occidentale ha fatto capolino in India. Dal 1968 si è tenuto annualmente a Mumbay uno storico evento, l’All-India Beat Contest, instituito dalla Simla, l’azienda nazionale di sigarette, che per sponsorizzare ai giovani le sigarette al mentolo aveva organizzato una sfida tra band provenienti da tutta l’India. La compilation Simla Beat '70 -71 include registrazioni di alcune delle band che hanno partecipato in quel biennio, un album che non è stato registrato dal vivo sul palco, ma in un primitivo studio improvvisato. Anche se registrato nei primi anni '70, la musica ha una strana somiglianza con il tipo di garage e suoni psichedelici più tipici di 1966 e 1967 nei paesi occidentali, forse a causa del relativo isolamento dell'India e della mancanza di progresso tecnologico in quell'epoca. Da quel doppio album uscito per la Normal Records, che è stato rimasterizzato e ristampato una decina di anni fa e vi consiglio di procurarvi, ascoltiamo You Can't Judge A Book, non puoi giudicare un libro, cover (che in inglese significa anche copertina) degli Eruption di questo brano meno conosciuto di Bo Diddley.

The Eruptions - You Can't Judge A Book


A proposito del noto detto popolare, cioè che non si può giudicare un libro dalla copertina, ho scoperto che esiste un libro che ti giudica dalla copertina.
Un libro che fa giustizia a tutti i volumi che abbiamo frettolosamente accantonato e discriminato, condannato all’onta della Non-Lettura, colpevoli solo di avere una brutta, insignificante copertina. Li abbiamo snobbati, perché tanto il libro non se la prende. Oppure sì? The Cover That Judges You dell’artista olandese Thijs Biersteker fa quello che minaccia: giudica il lettore. La copertina è, infatti, dotata di una fotocamera in grado di scansionare l’espressione del viso di chi si appresta a leggere il libro, e si apre solo se la mimica risulta abbastanza neutra. Niente broncio, niente sorrisi.

Ma torniamo a Bo Diddley. È stato soprannominato "The Originator of Rock And Roll" o anche semplicemente The Originator per il suo ruolo chiave nella musica popolare e specialmente per la transizione dal blues al rock and roll, e per aver influenzato, fra gli altri, artisti come Buddy Holly, Eric Clapton, Jimi Hendrix, The Doors e The Rolling Stones e tanti altri. 
Non a caso intitolo anche un album del 1966 porta questo soprannome per rimarcare il suo ruolo di iniziatore . È noto anche per la sua particolare chitarra a forma rettangolare che inizialmente si era fatto in casa e chiamata Cigar Box, simile appunto alla scatola di sigarette. Ellas McDaniel, nome di origine, nasce in una famiglia povera a McComb un paese del Mississippi dove, dopo la morte dei genitori, viene accudito dalla cugina della madre. Comincia a studiare violino e trombone da giovanissimo per poi innamorarsi della chitarra ascoltando John Lee Hooker. Inizia a suonare agli angoli delle strade con gli amici già a 14 anni, e forma con alcuni di loro una band chiamata Hipsters (non si può dire che non fosse avanti! 70 anni dopo c’è ancora chi si sente cool con quel nome!) dove aveva già scelto di chiamarsi Bo Diddley, un soprannome che non è ben chiaro se nacque a scuola e che stava a significare bullo secondo la definizione slang dei neri oppure derivi dal diddley bow, uno strumento fatto in casa costituito da una sola corda  suonato dai lavoratori nei campi del sud. O ancora pare che fosse il nome di un attore locale e che gli sia stato suggerito da Leonard Chess, fondatore della famosissima etichetta Chess Records, con cui nel 1955  firma un contratto e con cui esce il suo primo singolo, un rifacimento del brano Uncle John, intitolato col suo nome d'arte, Bo Diddle...

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