Quando Bowie... - Parte 3: il Duca Bianco, dagli USA e ritorno
Quando nasce il Duca Bianco
E’ con Station to Station nel 1976 che Bowie, nel pieno tunnel delle droghe, si trasforma nell'algida figura che ha schiuso le porte della new wave e che darà inzio al periodo musicale successivo.
L'esile Duca Bianco, una severa figura con panciotto e camicia bianca, pantaloni neri a pieghe, capelli biondo rossicci tirati all'indietro e con una malsana passione per l'occultismo e per il nazismo.
David Bowie in "L'uomo che cadde sulla Terra" del 1976 di Nicolas Roeg, tratto dall'omonimo romanzo di Walter Tevis.
Ispirato dal personaggio interpretato durante "L'uomo che cadde sulla Terra" lo stesso anno, per lavorare sniffa per giorni di fila senza pausa, si sostiene con una dieta a base di latte e peperoni verdi e gialli, circondato da candele nere sempre accese, iconografia nazista ed intento a studiare trattati di magia nera e a conservare in frigorifero la propria urina imbottigliata. In questo clima tenebroso concepisce quel mix incredibile di suoni afro/beat e synth mitteleuropei contenuti in Station to Station.
David Bowie - Station To Station
Colpito dai Krafwterk di Autobahn, che ascoltava ininterrottamente ogni volta che saliva in macchina nelle strade californiane, Bowie finirà a sua volta con il sedurre il quartetto che l'anno seguente in"Trans-Europe Express" reciterà: "...from station to station, back to Dusseldorf city, meet Iggy Pop and David Bowie..." .
Kraftwerk - Trans-Europe Express
Quando Bowie si trasferisce a Berlino con Iggy Pop: la trilogia berlinese
Nel 1977 Bowie si trasferisce con Iggy Pop a Berlino, appena uscito dall'Istituto di igiene mentale, dovrà avrà inizio il sodalizio musicale con Brian Eno e dove maturerà la mitica trilogia berlinese: Low, Heroes e Lodger, album determinanti per le avanguardie new wave e post punk.
Il primo capitolo della trilogia, Low, dove Brian Eno partecipa solo a registrazioni iniziate, viene prodotto dall'insostituibile Tony Visconti e registrato in Francia, dove la coppia Bowie-Pop aveva appena finito di incidere The Idiot, che segnerà l'inizio del rilancio dell'iguana.
Iggy Pop - Nightclubbing
Quando Eno si unisce agli altri musicisti, la band aveva già provato e registrato le basi dei brani. Uno dei contributi più innovativi apportati da Eno alla lavorazione in studio, fu l'implementazione della "tecnica delle 124 carte delle strategie oblique" da lui ideata nel 1975 insieme al pittore Peter Schmidt. Le carte venivano girate a caso dai musicisti in studio, che ne ricavavano di volta in volta nuove ed enigmatiche indicazioni su come portare a termine il lavoro. Alcuni esempi delle surreali istruzioni che potevano capitare ai musicisti erano: "enfatizza gli errori", "riempi ogni battuta con qualcosa", o "usa un colore inaccettabile". Per Bowie il risultato è un approccio compositivo del tutto inedito.
Low, dentro il quale è concentrata tutto il travaglio dell'artista in quel periodo, è suddiviso tra brani strumentali, predominanti, e cantati in un equilibrio unico tra tradizione e innovazione, tra cultura europea e afro-americana. Un disco che andrà a stabilire il modello di riferimento, negli anni a seguire, per la new wave e le sue varie branche. Low, infatti, esce all’apice dell’ondata punk (a metà gennaio '77), e ad eccezione dell'avanguardia kraut e delle sperimentazioni di Eno, nulla suonava così.
David Bowie - The Speed Of Life
Il capitolo sucessivo, Heroes, viene interamente registrato lo stesso anno a Berlino e vede la partecipazione di un team stellare: Bowie per voce, tastiere, chitarre, sassofono e koto, Brian Eno, Robert Fripp, chitarrista e leader dei King Crimson, Carlos Alomar alla chitarra, Dennis Davis alle percussioni e George Murray al basso.
"Heroes" venne pubblicizzato dalla RCA (inizialmente molto diffidente nei confronti delle sperimentazioni di Bowie ma poi smentita dall'entusiasmo del pubblico) con la celebre frase: "There's Old Wave. There's New Wave. And there's David Bowie..."
La title track dell'album è uno dei brani più celebri di tutta la carriera di Bowie: una storia d'amore contrastato in cui due amanti si incontrano sotto il muro di Berlino.
David Bowie - Heroes
I, I will be king
And you, you will be queen
Though nothing will drive them away
We can be heroes, just for one day
Un album lievemente meno oscuro del precedente, ma dove permane la divisione dei brani cantati nel primo lato e quelli strumentali nell'altro e il riferimento alle atmosfere glaciali del krautrock: il titolo dell'album, infatti, è un riferimento alla traccia Hero presente sull'album Neu! '75 dei teutonici Neu!, mentre V-2 Schneider è ispirata al membro dei Kraftwerk Florian Schneider.
La traccia conclusiva, The Secret Life Of Arabia, rappresenta il trait d'union con l'ultimo capitolo della trilogia berlinese: Lodger, dove l'influenza dei suoni mediorientali e africani inizierà a fare il suo ingresso.
David Bowie - The Secret Life Of Arabia
Lodger viene registrato da Bowie durante il tour mondiale del 1978 praticamente con gli stessi musicisti degli album precedenti, ad eccezione di Robert Fripp. Il chitarrista e fondatore dei King Crimson venne infatti sostituito da Adrian Belew, a sua volta "soffiato" da Bowie alla band di Frank Zappa durante una tournée. I suoni etnici contenuti nel disco sono stati visti come un premonizione della popolarità che avrebbe raggiunto più avanti la world music.
David Bowie - DJ
Sempre lo stesso anno, Bowie recita come protagonista nel film Just a Gigolò diretto da David Hemmings con Kim Novak e un cameo di Marlene Dietrich; un film ambientato nella Berlino post prima guerra mondiale, che incontrava dunque l'interesse del cantante per la città nel periodo anteguerra.
Riguardo alla sua sessualità in continuo cambiamento, nel 1979 si veste da donna nel video di Boys Keep Swinging. La cosa desta molto scandalo pur essendo interpretato con grande autoironia e senza intenti particolarmente trasgressivi. Ma di lì a poco le cose sarebbero cambiate.
Ripresosi da periodo buio e all'apice della sua produttività, Bowie decide di lasciare Berlino e tornare negli Stati Uniti.
Ripresosi da periodo buio e all'apice della sua produttività, Bowie decide di lasciare Berlino e tornare negli Stati Uniti.
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