I personaggi immaginari che hanno ispirato le canzoni




Sempre in tema di personaggi, se nello scorso post avevo indagato sui personaggi delle canzoni realmente esistiti, oggi andiamo a scoprire di più su quelli immaginari.

La chiamavano "La rosa selvaggia", ma il suo nome era Elisa Day. Impossibile non ripartire da Nick Cave, per parlare di personaggi delle canzoni. La vittima prediletta è una giovane donna ma nelle sue murder ballads non mancano i casi in cui è l'uomo ad essere ucciso, da "Henry Lee" a "Frankie And Johnny" (o "Frankie And Albert", secondo alcune versioni), dove la protagonista preme il grilletto della pistola dopo avere scoperto il suo uomo insieme a un'altra.

E l'impronta di Nick Cave è profonda nella sceneggiata blues-rock acustica di "C' Mon Billy" di PJ Harvey, contenuta nell’album del 1995 "To Bring You My Love". Polly è nelle vesti di una donna che chiede disperatamente al suo Billy di tornare da lei e incontrare per la prima volta suo figlio. Straziante. 

Stephanie di "Stephanie Says" dipinta da Lou Reed in modo così intrigante e Waldo Jeffers del brano "The Gift" la cui storia viene narrata come in una sorta di musical soap opera: Waldo sta andando giù di testa all’idea del tradimento della sua amata Marsha e tutto il brano racconta la storia di come affronta questo dramma. E Candy, invece, la protagonista di "Candy’s says" è stata una persona reale: la transessuale Candy Darling, star della Factory di Andy Warhol, morta di cancro a causa delle iniezioni di ormoni femminili a cui si sottoponeva.
Velvet Underground - Stephany Says 

Proseguiamo con Pink da "The Wall" dei Pink Floyd, il personaggio principale dell’album. Una rockstar che, a causa di una serie di traumi psicologici, arriva a costruirsi un "muro" mentale attorno ai propri sentimenti dietro al quale si isola. I disagi, soprattutto infantili, che portano Pink a questa scelta drammatica sono la morte del padre verso la fine della seconda guerra mondiale, la madre iperprotettiva, gli insegnanti scolastici eccessivamente autoritari ed avvezzi alle punizioni corporali e i tradimenti della moglie.

"Mr. Wendal" degli Arrested Development, un senzatetto ma anche un profeta che ha la sua libertà e incoraggia gli altri a non ignorarlo solo per il loro status o per come appaiono invece che imparare da uno stile di vita non materialistico 

La "Jolene" di Dolly Parton: la canzone narra di una donna che affronta Jolene, una bellissima ragazza. La donna crede che quest'ultima stia tentando di sottrarre il suo uomo e per l'appunto la prega di non portarglielo via. Insomma...Jolene lascia stare la Dolly!

"Lola" dei The Kinks: nel creare questo personaggio sembra che Davies sia stato ispirato dopo che Robert Wace, il loro manager, aveva passato una donna con una travestita.

La "Mrs. Robinson" di Simon and Garfunkel esiste in qualche modo al di fuori della canzone: infatti, quando Paul Simon ideò la canzone, essa aveva un ritmo leggermente più aggressivo ed era intitolata a Mrs Roosevelt poiché la sua protagonista era chiaramente Eleanor Roosevelt, una donna che aveva lottato per i diritti dei neri e delle donne e aiutato tanta gente in difficoltà negli anni della Grande Depressione. Più tardi il brano fu parzialmente riscritto appositamente per il film Il laureato (1967), e venne trasformata in “Mrs. Robinson”; se ci pensate i versi come “And here’s to you, Mrs. Robinson, Jesus loves you more than you will know … God bless you please, Mrs. Robinson, Heaven holds a place for those who pray” non c'entrano molto con il contesto del film che attribusce alla matura signora Robinson, impegnata nell’opera di seduzione del giovane laureato, una connotazione piuttosto negativa.

In "Eleanor Rigby" dei Beatles, il testo comincia con una richiesta: "Look at all the lonely people" ("Guarda tutte le persone sole"), dove la solitudine non è intesa come assenza di rapporto amoroso, ma come condizione esistenziale che impedisce il rapporto con gli altri. Come in risposta, giunge la descrizione di due fra tutte le persone sole: Eleanor Rigby e un prete, padre McKenzie. La prima è intenta a "raccogliere il riso in una chiesa dove c'è stato un matrimonio", "Vive in un sogno", truccandosi e aspettando alla finestra senza che nessuno arrivi a strapparla dal suo stato. La seconda strofa è dedicata a padre McKenzie, un parroco che "scrive le parole di un sermone che nessuno ascolterà" ("writing the words of a sermon that no one will hear"), nella stessa chiesa dove c'è Eleanor: nonostante ciò, la loro solitudine è invincibile. 

Per concludere è impossibile non citare colui che è riuscito a unire fantasia e realtà in un unico personaggio: ovviamente Ziggy Stardust, una rock star marziana scesa sulla Terra per intrattenere l'umanità negli ultimi cinque anni che rimangono alla fine del pianeta a causa della mancanza di risorse naturali, di cui vi ho già parlato in modo approfondito a inizio anno essendo, ovviamente il mio preferito!

David Bowie - Lady Stardust

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