I personaggi esistiti davvero che hanno ispirato le canzoni


Il filo conduttore di questa settimana sono i personaggi e allora mi sono chiesta...ma chi sono le persone di cui parlano le canzoni che ascoltiamo? Sono vere o sono immaginarie?

Vediamo qualche personaggio che è esistito davvero e ha ispirato alcune delle più belle canzoni della storia.

"Chelsea Hotel #2" di Leonard Cohen racconta di una breve relazione segreta del musicista con Janis Joplin. Comunque, in un'intervista del 1994 ha dichiarato: "Tornando indietro, mi pento di averla scritta, perché certe frasi del testo sono estremamente personali". Ed in effetti caro Leonardo i panni sporchi si lavano in casa...

Billy Joel scrisse "Uptown Girl" quando frequentava la modella Elle MacPherson, all'epoca 19enne. Finita la loro storia, il cantautore si fidanzò con Christie Brinkley, un'altra supermodel. La canzone, quindi, parla di entrambe.

Lori Lieberman, l'originaria scrittrice ed interprete del classico "Killing Me Softly", interpretato magistralmente da Roberta Flack e dai Fugees, ha rivelato di aver tratto il testo della canzone da una poesia che scrisse mentre ascoltava "Empty Chairs" di Don McLean. Quest'ultimo ha scoperto in un'intervista che la canzone parlava di lui: "Sono davvero sorpreso", ha dichiarato: "Ho sentito sia la versione di Lori che quella di Roberta e devo dire che mi sento umiliato. Non puoi che sentirti così, quando ascolti una canzone scritta ed interpretata così bene."

"Stagger Lee" di Nick Cave: il personaggio narrato nell’album del 1996 "Murder Ballads” Stagger Lee è basato sulla storia dell'omicida Lee Sheldon da cui è stata creata una canzone tradizionale afro-americana intorno al 1895. La versione di Cave è descritta con molta violenza, sanguinosa come tutto il resto dell'album: entrato in un bar dopo essere stato lasciato dalla propria donna, Stagger Lee uccide prima il barista per una discussione di poco conto e poi il ragazzo di una donna di facili costumi entrata per caso nel locale. 

Mr. Shankly degli Smiths in "Frankly Mr. Shankly" si suppone essere Geoff Travis, il boss della band quando erano alla Rough Trade. Un personaggio avvincente del brano.

E ancora pare che la "Ruby Tuesday" protagonista del brano dei Rolling Stones  fosse una groupie di Keith Richards di cui si innamorò dopo aver passato una notte assieme in un hotel di Los Angeles.

"Dear Prudence" de The Beatles: nel 1967 Mia Farrow e sua sorella Prudence partirono per l'India insieme ai Beatles. Prudence si dedicò per un lungo periodo alla meditazione trascendentale, arrivando a smettere di mangiare e rimanendo chiusa nella sua stanza per ben tre settimane. George Harrison, John Lennon e Paul McCartney provarono in tutti i modi a farla uscire dal suo isolamento e John Lennon finalmente ci riuscì, dedicandole la canzone "Dear Prudence".

E ancora i Beatles. Pattie Boyd è stata la musa ispiratrice di alcune delle canzoni più belle mai pubblicate. Moglie di George Harrison, dopo i diversi tradimenti subiti, la Boyd lo tradì con Mick Jagger e John Lennon. Successivamente la giovane ragazza conquistò Eric Clapton, con cui si sposò. Il cantante compose per lei la famosa Layla, ancora prima dell’inizio della relazione, avvenuta del 1974. La dipendenza dall’alcol di Clapton la fece allontanare per andare da Ronnie Wood, futuro chitarrista dei Rolling Stone. 
George Harrison scrisse per lei diverse canzoni tra cui “I Need You” e quella che Frank Sinatra definì "la più grande canzone d'amore mai scritta, "Something".

George Harrison - Something

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