Le agghiaccianti musiche dei film horror, ad occhi chiusi


Ascoltare musica da film horror, in particolare se a occhi chiusi, accende la paura nella nostra mente. 
Come già vi raccontavo lo scorso anno spesso dietro ai raccapriccianti suoni che si sentono nei film dell'orrore c'è un oggetto: si chiama waterphone, uno strumento a percussione acustica atonale, inventato intorno al 1968 da Richard Waters.

E come dimenticare il brano dei Goblin che accompagnava il film "Profondo rosso" o l’assillante “Tubular bells” di Mike Oldfield, il tema principale della colonna sonora del film “L’Esorcista”, o ancora il brano “The Shining” che apre il film omonimo di Kubrick, oscurissimo, tanto che al solo risentirlo vengono in mente i lunghi corridoi dell’Overlook Hotel, o la musica che precedeva e accompagnava l’attacco marino de “Lo squalo”. 
Il mondo cinematografico è disseminato di colonne sonore “cult” che hanno aiutato a rendere terrificanti film paurosi e la musica ha un peso enorme nel trasferire ansia e paura durante la visione di un film horror.

Ma c’è una spiegazione: secondo quanto riportato sul magazine britannico New Scientist, qualsiasi brano musicale associato a film dell’orrore, soprattutto se ascoltato a occhi chiusi, attiva il centro neurale della paura, l’amigdala.

È quanto dimostrato in uno studio diretto da Talma Hendler, neuroscienziata del centro medico Sourasky di Tel Aviv e condotto da Yulia Lerner dell’Università di New York, secondo cui questa è una prova del fatto che ascoltare la musica a occhi chiusi aumenta l’impatto emotivo della musica stessa. Gli autori dello studio, che lo hanno intitolato “Eyes Wide Shut”, per parafrasare il proprio esperimento dell’ascolto di musica a occhi chiusi come il titolo di un altro film di Kubrick (che potrebbe essere tradotto occhi “ben” chiusi), hanno testato diversi brani musicali su un gruppo di volontari, alcuni dei quali erano brani di colonne sonore di film dell’orrore stile Hitchcock. 
È risultato che nel cervello dei volontari, monitorato con la risonanza magnetica, si attivava l’area della paura, l’amigdala, al sentire questi brani, soprattutto quando i volontari ascoltavano a occhi chiusi. 
Inoltre si attivava il circuito che produce il neurotrasmettitore noradrenalina, una molecola che viene rilasciata nel cervello per prepararci a reagire a un pericolo imminente.
Immagino un po' quello che succede quando siamo sulla cima delle montagne russe nel momento in cui attendiamo la discesa.

Alcune di queste musiche sono così incancellabili dalla memoria che al solo ascolto possono trasmettere la stessa ansia provata nella visione del film cui fanno da sottofondo.
Le musiche non relative a film dell’orrore, invece, non producono questi effetti, e il “brivido dell’ascolto” è sempre più forte a occhi chiusi che aperti.

Secondo la neuroscienziata questo è dovuto al fatto che quando chiudiamo gli occhi potenziamo la nostra risposta emotiva al mondo esterno; è probabile che musiche positive, ascoltate ad occhi chiusi, sortiscano l’effetto contrario.

Il consiglio quindi è di non chiudere gli occhi durante la visione di un film horror perché non farete che peggiorare la situazione!


Se invece siete davvero audaci potreste andare al TPO di Bologna sabato 4 febbraio dove Claudio Simonetti con i suoi Goblin suonerà live l'intera colonna sonora di Suspiria, in occasione del 40° anniversario, durante la proiezione del film. 


Goblin - Suspiria

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