BUS #1 - da Leeds a Londra



A Bologna come in Inghilterra sono gli anni del punk, l’ondata beat è ormai un lontano ricordo e i Beatles si son sciolti da un decennio. Anche The Kinks, tra problemi famigliari, stanchezza e dipendenze dalle droghe di Ray Davids avevano rallentato sino a fermare la propria attività. 

Ma è proprio nel ’77, appiananti i problemi, che The Kinks tornano in studio e registrano Sleepwalker, disco che segna un ritorno al successo e dando il via a una nuova stagione per il gruppo londinese. 
Nel 1981 esce Give the People What They Want, raggiungendo la posizione numero 15 negli Stati Uniti. 
Al suo interno “Prince of the Punks” brano che a prima vista può sembrare una storiella ma è in realtà un attacco frontale di Davies a Tom Robinson, cui aveva prodotto l'album di debutto dei Café Society con la sua etichetta Konk ma che non ebbe alcun successo commerciale. Robinson lasciò la Café Society per formare la sua band che ebbe un successo istantaneo ma effimero. "Prince Of The Punks" suggerisce che Robinson - che ovviamente non viene citato nella canzone - non può gestire il jazz moderno, si comporta come uno della classe operaia ma è tutto "bologna", perché in realtà è della borghesia" e "ha cercato di essere gay, ma non ha pagato". 
Beh, sì, gay lo è stato, un paladino negli anni ’60, anche se Robinson alla fine ha sposato una donna, ha messo su famiglia e avrebbe vissuto per sempre felice e contento. 

He's the prince of the punks and he's finally made it, 
Thinks he looks cool but his act is dated. 
He acts working class but it's all bologna, 
He's really middle class and he's just a phony. 
He acts tough but it's just a front, 
He's the prince of the punks.


The Kinks - Prince of the Punks 


The Kinks erano in quattro – Dave Davies, che suonava la chitarra e aveva messo su la band con il suo amico Pete Quaife, che nella vita avrebbe voluto fare il modello, ma suonava il basso. E poi Ray Davies, il fratello di Dave, che aveva preso il controllo della band perché era quello che scriveva le canzoni e poi era il maggiore, e Mick Avory, vecchio amico di Ray, che aveva imparato a suonare la batteria quando faceva fuga da scuola per andare a giocare al biliardo in un pub. 
All’origine si chiamavano The Ravens. Quando i Beatles esplosero sulla scena britannica, tutte le case discografiche si erano lanciate alla ricerca di qualcosa che gli somigliasse. Sempre la solita storia. 

La Pye Record si accaparrò i Ravens, ma quel nome proprio non andava, e quindi gli dissero di cambiarlo. I quattro decisero di chiamarsi The Kinks – perché “kinky” (perverso, bizzarro) era una parola che girava molto, in quel periodo. E come il loro abbigliamento era stravagante, così il loro logo era costituito di lettere con dei kinky boots, cioè degli stivali bizzarri. 

E son proprio gli stivali bizzarri a portarci alla prossima tappa: l’America...


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